Crepes Parigine

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L’Arc du Triomphe con la sua possenza, il lungo viale degli Champs Elysèes, Pigalle con il fascino intatto di quartierino degli artisti, le Marayis con il centro Pompidou: modernità liquida che si versa in un centro antico amalgamandovisi con grazia, Montmartre, i giardini verdi con bianche statue marmoree per nulla immobili nel vociare dei bambini festanti, i bistrot che ti attirano con mani tese verso l’interno, la torre Eifell col suo fascino da icona del romanticismo intramontabile e un passato segnato di diffidenza, il Louvre con la sua piccola grande Gioconda e poi le crepes!

La mia mini vacanza a Parigi è stata tutto questo e anche di più!

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Una Parigi troppo grande per essere posseduta in cinque giorni e forse troppo trafficata in alcuni punti ma pur sempre Parigi!

Oggi ricordando quel viaggio incompleto e desiderando ardentemente di tornarci anche per vedere Versailles vi propongo la ricettina delle mie crepes senza burro!

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A Parigi ho assaggiato crepes dolci e salate di ogni tipo! Salate fatte con il grano saraceno e perciò adatte alle persone celiache o intolleranti al glutine e dolci fatte con la farina 00! Oggi ve le proporrò in versione salata  e senza burro con zucchine trifolate, formaggio e prosciutto cotto 🙂

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Dosi per 6 crepes:

1 uovo e 1 tuorlo

100 grammi di farina di grano saraceno

250 ml di latte

Un pizzico di sale.

3 zucchine bianche medie

Formaggio q.b.

3 fette di prosciutto cotto

Procedimento:

In un contenitore capiente sbattete le uova con una frusta a mano e amalgamatele alla farina e un pizzico di sale. Aggiungete il latte e continuate a lavorare la pastella evitando la formazione di grumi.

Lasciate riposare il composto in luogo fresco (ma non in frigo)

In seguito mettete le zucchine tagliate a rondelle in una pentola con olio, cipolle e un pizzico di sale e fate cuocere.

Quando le zucchine saranno cotte amalgamatele a dei tocchetti di formaggio filante e al prosciutto tagliato a striscioline e lasciate riposare il composto.

Ungete una padella con un tovagliolo intriso di poco olio e fatela scaldare.

Versatevi sopra una mestolata di pastella  roteando la padella per fare in modo che il fondo venga interamente coperto dalla stessa. Abbiate cura che i bordi risultino più grossi in modo che in seguito si stacchino bene dalla padella. Appena la crepes comincerà a rapprendersi giratela dall’altra parte e lasciatela dorare per pochi istanti. Continuate così fino a terminare tutta la pastella e abbiate cura di separare le crepes con un pezzetto di carta da forno e di tenerle calde coprendole con una campana di metallo o un coperchio.

Farcite le crepes con il ripieno precedentemente preparato, guarnitele con riduzione di aceto balsamico e semini di sesamo e buon appetito!

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Non è Estate Senza le Bruschette al pomodoro e basilico

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Penserete… ma che ricetta è ? Una bruschetta la sappiamo fare tutti e tutti sappiamo che, come sempre, la cosa più importante per fare cucina di qualità sono gli ingredienti…

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Oggi però con questo clima afoso avevo voglia di preparare una delle cose che mi piacciono di più e nel modo in cui la preferisco!!! Arriveranno tempi per piatti più originali ma oggi…oggi voglio solo lei!

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La preparerò con un pane sardo detto ” moddizzosu” un pane di semola che prende il suo nome dall’arbusto, il lentischio detto appunto moddizzu, che viene impiegato per preparare il fuoco e per cuocere il pane nel forno a legna.In realtà  “moddi” in sardo significa anche morbido e ciò richiamerebbe  alla mente anche la caratteristica mollica di questo pane che è appunto morbida e compatta. Questo pane, inoltre, si conserva perfettamente per un’intera settimana senza produrre muffe o seccarsi eccessivamente.

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Ingredienti:

pomodorini rossi di due diversi tipi  provenienti da agricoltura biologica

Pomodorini gialli Siciliani bio

basilico appena colto bio

uno spicchio di aglio

olio extravergine di oliva bosana q.b.

Sale q.b

Pane “moddizzosu” di Quartu  S.E.cotto con forno a legna e lievitato con lievito madre.

Procedimento:

Tagliare le fette di pane molto sottili con un grosso coltello da pane.

Strofinare uno spicchio di aglio privato della “camicia” sul pane e versarci sopra un filo d’olio e del sale.

Far abbrustolire il pane in maniera omogenea e mettervi sopra una dadolata di pomodorini precedentemente conditi con sale, olio e basilico tritato. Mangiare subito altrimenti le mangio io!!! scherzo…altrimenti il pomodoro bagna il pane e si perde la croccantezza!

     Ma oggi non è Domenica!

Ma oggi non è Domenica!  Così recitava una vecchia pubblicità degli anni 80 illustrando piatti gustosi e prelibati come le lasagne… per sottolineare come fosse possibile avere in tavola piatti appetitosi ed elaborati  senza il minimo sforzo anche nei giorni feriali grazie ad una nota marca di prodotti surgelati.

Ebbene si! un tempo le cose più buone e per le quali era necessaria più cura e pazienza in cucina venivano preparate dalla padrona di casa la domenica. Prima dell’avvento dei  surgelati, prima dei microonde, dei robot da cucina che cucinano praticamente da soli e di tutto ciò che comprime i tempi. Prima dei fast food, quando la domenica era una festa da trascorrere in famiglia, quando mangiare era un rito da svolgere con  lentezza. La vita veniva assaporata lentamente, attimo per attimo e la frenesia del tempo che scorre inesorabile non veniva avvertita come una minaccia.

Tempi in cui la spesa si faceva al mercato cittadino o nelle botteghe del vicinato, dove il commerciante ti conosceva e ti “ trattava bene”.

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Oggi tutto questo è soltanto un lontano ricordo, si vive in una corsa continua, si consumano i pasti in fretta, non si dedica molto tempo a ricercare la qualità nel proprio piatto e spesso si mangia in maniera inadeguata e disordinata!

Da questa manciata di riflessioni, oggi nasce questo piccolo contributo per aiutarmi e aiutarvi ad avere più cura nel nostro modo di alimentarci.

Solo qualche piccolo consiglio da un’enogastronoma che predica bene e razzola malissimo come tutti…ma che ci prova, ogni tanto, a fare da brava a tavola!

Partiamo dalla spesa.

Il primo consiglio che mi sento di darvi è quello di mangiare tanta frutta e verdura di stagione, di sceglierla voi stessi nutrendo il vostro sguardo di colori, annusando nell’aria i profumi, picchiettando su angurie e meloni e  assaggiando quando possibile il prodotto prima di comprarlo.  Stessa cosa vale per il pesce, la carne, i legumi, i formaggi…fidiamoci dei nostri sensi e non sbaglieremo sicuramente.

Io, inoltre, ho una regola ferrea per la mia spesa, a meno che non si tratti di prodotti palesemente salutari, evito di comprare tutto ciò che mia nonna non conosce!

Secondo consiglio: variare spesso i cibi. Questa è la cosa che in assoluto mi riesce peggio! Sono stata in passato una bambina con una dieta molto selettiva e sto ancora lavorando su me stessa per raggiungere risultati soddisfacenti. Ricordo che nel mio caso non era un problema di sapore quanto di consistenze degli alimenti stessi.

Ad ogni modo questo è un preziosissimo consiglio tanto banale quanto, spesso, non seguito nella pratica!

Ora abbiamo la nostra bella busta carica di doni preziosi 🙂

Ovviamente se stiamo cucinando il nostro “pranzo della domenica” o “delle feste” potremo anche sbizzarrirci e utilizzare eccezionalmente qualche condimento più “pesante” e più ricco di grassi o zuccheri, dedicarci a piatti più elaborati, ma se cuciniamo il pasto “ di tutti i giorni” le cose cambiano sensibilmente.

Sarebbe opportuno che prediligessimo l’olio extravergine di oliva come condimento, evitassimo le fritture e i soffritti, facessimo un uso ridotto di grassi animali e che costruissimo menù equilibrati e ricchi di verdure crude e cotte.

Il menu dovrebbe essere organizzato per l’intera settimana in modo da prevedere come alternative alla pasta il riso,  le minestre di legumi,  i cereali  e i minestroni e passati di verdure.

Per quanto riguarda i cosiddetti “onnivori” la carne dovrebbe essere mangiata due o tre volte a settimana, prediligendo le carni bianche. Uova una sola volta alla settimana massimo due, pesce almeno due volte di cui una pesce azzurro.

Ovviamente se avete bisogno di una dieta personalizzata e consigli più specifici dovrete consultare uno specialista del campo poiché all’enogastronomo spetta soltanto lo studio di menu generali anche se equilibrati sotto vari punti di vista.

Una regola aurea, ben nota all’enogastronomo è quella di non assumere, a meno che non si tratti di occasioni particolari, nello stesso pasto carne, pesce, uova, legumi e formaggio. Stessa cosa vale per il  pane, la pasta, il riso e  le patate che non dovrebbero mai essere associati. Un menu equilibrato deve apportare tutti i nutrienti senza mai appesantire. La mia preferenza è orientata verso una sana dieta mediterranea fatta di cibi freschi. I surgelati sono comodi e spesso di qualità… non si può mentire su questo punto ma almeno alterniamoli con cibi freschi 😉

Le portate per essere gradevoli agli occhi devono essere colorate e invitanti disposte sul piatto in modo ordinato e  fantasioso 😉

spiedini tricolore

Una buona abitudine a tavola è  quella di consumare i pasti ad ore fisse, mangiare con calma, masticare bene  e senza fretta. Spesso si mangia con la tv accesa oppure in piedi a lavoro o al telefono….rivendichiamo il tempo per noi! Mangiamo tranquillamente, in modo sano ed equilibrato e gli stravizi lasciamoli alla Domenica!

tortino dal cuore tenero

FMTECH Award Very Nice Blog

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Sono un po’ indietro con i Tag e gli awards ma prometto che cercherò di recuperare al più presto!

Oggi con estremo piacere raccolgo la nomina all’ FMTECH Award Very Nice Blog ideato da Marco Frasson del blog FMTECH con l’obiettivo di segnalare alcuni blog che abbiamo avuto modo di visitare  e che ci hanno regalato emozioni, al punto di volere che siano noti ai nostri follower e ad altri blogger. Grazie Marco per la lodevole iniziativa!

Ho ricevuto la nomination per il FMTECH Award VNB da Pietro del blog Fotogrammi e Pentagrammi.

Fotogrammi e Pentagrammi è un blog  originale, intenso e profondo. Leggerlo è come guardare scorrere le scene di un film, un film mai banale e sempre imprevedibile come la vita! La sua lettura è piacevole e scorrevole ed è bello rifugiarvisi nelle pigre giornate che scorrono lente nelle riflessioni quotidiane come anche in quelle in cui tutto va veloce ma c’è bisogno di riportarsi alla lentezza della riflessione per capire dove si sta andando, senza girare intorno alla macina come un mulo come spesso il nostro tempo ci impone. Potremmo vederlo come un cantuccio in cui rifugiarsi per dilettarsi nella lettura. Ringrazio Pietro per la nomina, sono davvero onorata!

Le mie nomination vanno a 10 blog di cui sono davvero appassionata e accanita lettrice 😉

dolceesalatosenzaglutine.wordpress.com

ladycatelynstark.wordpress.com

dolceamaradeliziosa.wordpress.com

relaxingcooking.wordpress.com

inesweb.wordpress.com

lamiacasashabby.com

paneepomodoro.wordpress.com

ilsabatomattina.com

ciccipasticci.wordpress.com

ilmioblogpercaso.wordpress.com/

Di seguito le regole di partecipazione al FMTECH Award Very Nice Blog:

  1. Citare e ringraziare l’ideatore
  2. Citare e ringraziare il blogger che vi ha nominati
  3. Pubblicare il logo dell’Award
  4. Nominare 10 blog meritevoli secondo voi del FMETCH Award Very Nice Blog.

La passione di Manuela: Strudel goloso alle Mele, cioccolato e arancia.

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Amo lo Strudel! Lo amo davvero dal profondo del cuore quando è appena tiepido e in contrasto con un fresco gelato o un letto di crema all’arancia o alla vaniglia! Mi piace in tutti modi dal più semplice mela e cannella a quello più originale e ricercato.

Per me ha il sapore di un viaggio fra i castelli in luminose mattine di un marzo di qualche anno fa a Monaco di Baviera. Mi ricorda le ambientazioni delle fiabe, le montagne, i gusti affumicati, il sidro di mele, i bretzel caldi, i canederli, l’odore di birra e di salumi.

I mercatini colorati, la frenesia mattiniera del voler vedere e fare tutto e la stanchezza spossante serale in albergo.

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Germania

A Monaco ho assaggiato strudel di tutti i tipi e con vari accompagnamenti: panna, gelato, creme, fonduta di cioccolato….

Oggi vi propongo una versione ideata da me qualche anno fa e super collaudata. La dedico alla mia amica Manuela a cui è piaciuta davvero tanto!

Ingredienti per 8 mini strudel:

230 grammi circa di pasta sfoglia

due mele

80 grammi di burro

10 biscotti tipo digestive

70 grammi di Cioccolato fondente

estratto d’arancia q.b.

5 cucchiai di Scaglie o granella di mandorle tostate

pane grattugiato q.b.

Procedimento:

Tagliare a tocchetti molto piccoli le mele e metterle all’interno di una casseruola. Unirvi lo zucchero e il burro e far cuocere a “fuoco lento” fino a completo scioglimento del burro.

Aggiungere al composto i biscotti grattugiati, le mandorle e l’estratto di arancia e amalgamare bene il tutto e farlo raffreddare.

Stendere la pasta sfoglia e tagliarla in otto rettangoli. Disporre sopra ogni rettangolo alcuni pezzetti di cioccolato fondente e un cucchiaio o due di composto.

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Cospargere con poco pane grattugiato e chiudere ogni sfoglia su se stessa in modo che la giuntura rimanga rivolta verso il basso.Sul lato opposto praticare delle incisioni. Aver cura di sigillare bene i bordi onde evitare la fuoriuscita del ripieno durante la cottura. Spennellare ogni strudel con il latte in modo da farvi aderire una manciata di  granella di mandorle.

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Infornare in forno preriscaldato a 180 gradi fino a completa doratura, far raffreddare, cospargere di zucchero a velo e servire in accompagnamento al gelato, su un letto di crema o in periodo invernale accompagnato ad una fonduta di cioccolato. Buon appetito!

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Ospiti a pranzo o a cena: Servizio alla francese o all’italiana?

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L’occasione di una cena fra amici mi ha dato lo spunto per la stesura di questa terza parte sul come ricevere ospiti a pranzo o a cena!

Nei contributi precedenti, infatti, abbiamo avuto modo di fare degli accenni riguardanti, la mise en place, l’ invito formale e informale, il galateo  e tante altre piccole curiosità. Oggi, invece, intendo approfondire il tema del servizio.

Nell’articolo “ Indovina chi viene a cena?” abbiamo detto che sul tavolo al momento dell’arrivo degli ospiti dovremo collocare un piatto piano, un piatto fondo e un piattino per l’antipasto e che il piattino per il dolce dovrà essere portato a tavola solo in seguito.

A questo punto dobbiamo chiederci cosa succede nel caso che il pranzo comprenda sia portate cosiddette“di mare” che portate  “di terra”. In questo caso, infatti, si renderà necessario doppiare il servizio dei piatti.

Questi piatti aggiuntivi, ovviamente, non potranno essere inclusi nell’apparecchiatura bensì dovranno essere portati in  tavola all’occorrenza.

Il mio consiglio è, dunque, quello di non portare mai in tavola il piatto aggiuntivo vuoto bensì di predisporre per la relativa portata un servizio cosiddetto all’italiana ovvero una preparazione già impiattata.

Potremmo, ad esempio, servire un piatto di terra “impiattato” e uno di mare in tavola col servizio  “alla francese indiretto” in modo da utilizzare il piattino da antipasto presente sulla tavola.

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Oppure potremmo fare il contrario, ovvero, servire un piatto di mare “impiattato” e uno di terra nel piatto di servizio in modo che ognuno lo possa porzionare a piacimento nel proprio piatto.

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Lo stesso principio si applicherà anche per i primi piatti e i secondi piatti.

Esistono piatti che per propria natura non si prestano ad essere serviti all’italiana e fra questi un esempio potrebbe essere quello del maialetto sardo. Quest’ultimo deve sempre essere servito alla francese in modo che ognuno possa scegliere la parte che preferisce. Stessa cosa si dica per il pollo, il tacchino, l’agnello e simili.

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Quando, dunque, vorremmo preparare un piatto di questo tipo, l’altro piatto dovrà necessariamente prestarsi ad essere servito all’italiana.

Il metodo alla francese indiretto non si presta invece al servizio di piatti con intingoli e sughetti, minestre e piatti simili in quanto prevede che il piatto da portata venga portato in tavola e che ognuno si serva da solo e questo potrebbe mettere in imbarazzo gli ospiti inesperti intimoriti dall’idea di poter macchiare il tovagliato. Fra un piatto a base di pesce e uno a base di carne andrà servito prima il piatto di pesce, per via del sapore più delicato, e poi quello, più deciso, a base di carne intervallato da un sorbetto per “ripulire la bocca”.

Se invece intendiamo servire due piatti “di terra” o due piatti “di mare” il consiglio è quello di utilizzare comunque piatti separati per non mischiare i sapori nel piatto con risultati assai deludenti. Unica eccezione possibile si ha quando i piatti siano affini come, ad esempio, dei ravioli di ricotta col sugo semplice al basilico e degli gnocchetti sardi con il sugo di salsiccia.

Per quanto concerne la frutta e il dolce sarà possibile servirli separatamente come, ad esempio, una macedonia seguita da un créme caramel oppure insieme, come ad esempio, macedonia con gelato o mosaico di frutta con strudel e gelato e in tal caso sarà da preferirsi il servizio all’italiana.

Dintorni…..

Eccomi qui! Ultimamente ho davvero poco tempo libero ma oggi mi sono impuntata e sono riuscita a ritagliare un po’ di tempo per scrivere. Il detto: “Volere è potere” mi appare, così, sempre più valido giorno dopo giorno, esperienza dopo esperienza. Generalmente in questo blog parlo di enogastronomia e turismo ma oggi voglio trattare di quella parte del sottotitolo che ho volutamente sfumato per dargli un contorno indefinito….parleremo dei dintorni! Nella mia testa i dintorni sono tutto ciò che mi ispira, mi interessa, mi rappresenta e che non ha stringente attinenza con l’enogastronomia e turismo anche se a volte fa da sfondo o orpello all’una o all’altro.

Uno di questi argomenti è l’arredamento! Ebbene si, sono appassionata di arredamento! Adoro i giochi di luce, i colori sapientemente dosati, gli oggetti retrò o propriamente antichi e in ogni caso carichi di storia. A dire la sincera verità amo anche spargere qua e là pezzi di arredamento moderni in totale contrasto! Mi piacciono gli oggetti che mi ricordano i viaggi che ho fatto e i posti che ho visitato…ma non intendo con ciò i classici souvenirs seriali bensì piccoli pezzi di artigianato, unici e speciali. Adoro le poltroncine di foggia antica color pastello e le rassicuranti sedie a dondolo, le candele, le porcellane…

Mi emoziona il contrasto fra il calore del legno e il freddo cristallo. Il luogo che preferisco nella mia casa è la cucina. La cucina è il mio luogo dell’anima, il mio cantuccio emotivo in cui ricevo  le visite dei miei affetti più cari ed autentici con una tazza di tisana e qualche biscotto d’ inverno e tanto gelato e bibite in estate. E oggi nella mia cucina ho una piccola novità da presentarvi. Li desideravo da tanto tempo ma non avevo ancora trovato quelli capaci di emozionarmi al primo sguardo! Io sono tipa da colpo di fulmine 😉 Parlo dei miei nuovi piatti da parete e spero vi piacciano come piacciono a me perché insieme al mio trittico di poltroncine sono fra le cose che io e mio marito amiamo di più nella nostra casetta!

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Involtini di Melanzane

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Ingredienti:

1 melanzana grande

Mezzo litro di latte

Due mozzarelle senza lattosio

Olio evo q.b.

7 foglie di basilico (oppure origano)

Sale q.b.

Pane grattugiato

1 etto di prosciutto cotto

Cinque pomodorini

1 spicchio di aglio

stecchini

Procedimento:

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Tagliare la melanzana a fette abbastanza sottili e mettere le fette a bagno nel latte per almeno mezz’ora. Questo procedimento servirà per  far perdere il sapore amaro alla melanzana.

Nel frattempo, tagliare i pomodorini a fettine molto sottili, tritare l’aglio e sminuzzare le foglie di basilico. Mettere pomodori, aglio e basilico in una coppetta con olio e sale e lasciar riposare per dieci minuti.

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Ungere d’olio una padella e far cuocere le fette di melanzana fino ad ammorbidirle per poi impanare ogni fetta nel pane grattugiato mischiato a un po’ di sale.

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Mettere sopra ogni fetta di melanzana impanata un pezzetto di una fettina di prosciutto,  un cucchiaino di pomodori con  basilico e aglio e una o due fette sottili di mozzarella senza lattosio.

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Creare un involtino e fermarlo con due stecchini incrociati.

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Infornare gli involtini di melanzana a 180 gradi fino a completa cottura e buon appetito.

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